Infanzia

DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO

Lo studio si occupa di:

  • TERAPIA A.B.A.

L’Applied Behavior Analysis o Analisi del Comportamento Applicata è la scienza che studia le relazioni funzionali tra individuo e ambiente attraverso l’osservazione diretta del comportamento. La prima applicazione dell’ABA ai casi di autismo avviene nel 1960 a opera di Lovaas, lo psicologo norvegese che sperimenta con successo la diminuzione di comportamenti disfunzionali attraverso l’intervento comportamentale, applicato precocemente (3-4 anni) e in maniera intensiva. Gli studi condotti nel corso degli anni ne hanno dimostrato l’efficacia nel ridurre le abitudini comportamentali problematiche attraverso la costruzione di rituali comportamentali adattivi. Il fulcro intorno al quale ruota la metodologia è il comportamento, l’elemento che viene analizzato in base agli stimoli ambientali che lo provocano e le conseguenze che da esso derivano. Dai risultati dell’analisi emerge un quadro comportamentale che consente di produrre gli stimoli in grado di modellare il comportamento e di favorire lo sviluppo e il mantenimento di nuovi apprendimenti. Le tecniche di intervento seguono un’applicazione attenta che prevede un monitoraggio costante dei risultati raggiunti.

L’efficacia della metodologia è inoltre strettamente legata all’ampliamento dell’ambiente educativo: l’ABA garantisce risultati migliori quando le persone che quotidianamente interagiscono col bambino (genitori, fratelli, insegnanti) collaborano in maniera attiva alla messa in atto dell’intervento.

  • PARENT TRAINING E TEACHER TRAINING

In questi momenti di formazione promossi e guidati dallo specialista si richiede un coinvolgimento attivo delle principali figure di riferimento del bambino nel suo intervento educativo-terapeutico al fine di renderle più competenti nel gestire comportamenti disfunzionali. Obiettivi dei training sono: aiutare i genitori o gli insegnanti a comprendere di poter intervenire attivamente nel modificare il comportamento del bambino, aumentare l’efficacia della terapia favorendo la generalizzazione degli apprendimenti e il mantenimento dei comportamenti funzionali, migliorare la qualità della vita del bambino e della famiglia.

DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ (ADHD):

“Il mio bambino non sta mai fermo, mette tutto in disordine, passa da un gioco all’altro; le maestre mi dicono che è sempre distratto, che non ascolta e non rispetta le regole. Ha un problema?”

Lo studio propone:

  • DIAGNOSI

La diagnosi di ADHD prevede diversi passaggi:

  • Colloquio anamnestico con i genitori.

  • Incontri di approfondimento conoscitivo e di osservazione del bambino e delle dinamiche familiari.

  • Somministrazione di test e strumenti per la valutazione del comportamento e la valutazione neuropsicologica.

In seguito al percorso diagnostico il professionista rilascia una relazione, che può facilitare la scuola nella compilazione del Piano Didattico Personalizzato (PDP) prevista per il Piemonte dal DGR 20-2014 relativo agli alunni con Esigenze Educative Speciali (EES) e nell’uso appropriato degli strumenti compensativi e delle misure dispensative, che possono aiutare il bambino nel percorso di apprendimento scolastico.

  • INTERVENTI DI RIABILITAZIONE E POTENZIAMENTO INDIVIDUALIZZATI

  • Potenziamento dell’autoregolazione.

  • Intervento su problemi associati o secondari (bassa autostima, difficoltà relazionali…).

  • PARENT TRAINING

Il training rivolto ai genitori si propone di favorire una comprensione accurata delle caratteristiche del bambino con ADHD di far emergere i pensieri e le emozioni associate alle difficoltà che possono riscontrare nella gestione del figlio al fine di rielaborarli ed acquisire maggiore consapevolezza delle proprie modalità relazionali. Le consulenze con i genitori mirano anche a fornire loro strumenti educativi che possano favorire l’autoregolazione del bambino e aiutarli a gestirne i comportamenti.

  • TEACHER TRAINING

Attraverso percorsi di consulenza e supervisione, i docenti potranno acquisire una comprensione più chiara delle difficoltà e strategie di intervento efficaci per migliorare l’attenzione e le capacità di autocontrollo degli alunni con problematiche del comportamento.

DIFFICOLTÀ SCOLASTICHE E DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO (DSA)

La scuola è un luogo di crescita non solo cognitiva ma anche emotiva e relazionale per i bambini e i ragazzi e diventa quindi un contesto entro cui il benessere è parte essenziale per un sano percorso di sviluppo. È quindi fondamentale individuare le situazioni in cui una difficoltà funzionale specifica può ostacolare il percorso scolastico o situazioni in cui è necessario un supporto per migliorare la motivazione e il metodo di studio. Lo psicologo può aiutare a fare chiarezza sulle difficoltà emerse con una valutazione specifica, tracciando la strada migliore da percorrere perché il bambino utilizzi al meglio le sue risorse.

Lo studio propone:

  • VALUTAZIONE E DIAGNOSI.

Per comprendere quanto le difficoltà riportate possano essere causate ad un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (tra cui Disturbo della lettura, Disturbo del calcolo, Disturbo dell’espressione scritta, Disturbo della comprensione del testo) occorre una attenta valutazione, preferibilmente preceduta da un percorso di potenziamento delle competenze deficitarie teso a verificare la resistenza delle difficoltà al trattamento, riducendo così il rischio di diagnosticare falsi positivi. Il processo diagnostico si articola in diverse fasi:

  • Colloquio anamnestico con i genitori e gli insegnanti.

  • Incontri di approfondimento conoscitivo e diagnostico del bambino/ragazzo che permettono una valutazione multimodale ed integrata di: profilo cognitivo, componenti del sistema attentivo-esecutivo, stato degli apprendimenti nelle specifiche aree, stile di apprendimento e motivazione allo studio, sfera affettivo-relazionale.

  • Colloquio di restituzione e raccordo con i genitori rispetto a ciò che è emerso: inquadramento del caso, eventuale proposta di trattamento singolo o integrato (logopedico e neuropsicologico).

Il rilascio della diagnosi da parte di professionisti privati necessita della convalida da parte dell’ASL di competenza per il rilascio della certificazione necessaria per l’applicazione della legge 170/2010 all’interno della scuola e la compilazione quindi di un Piano Didattico Personalizzato che preveda l’uso di strumenti compensativi e di misure dispensative. ​

  • PERCORSI DI POTENZIAMENTO.

  • Supporto all’acquisizione di un metodo di studio individualizzato: si accompagna lo studente nella comprensione dei processi cognitivi coinvolti negli apprendimenti scolastici e nell’acquisizione di un metodo di studio efficace.

  • Percorsi di potenziamento cognitivo e metacognitivo: intervento volto a potenziare le dimensioni dell’attenzione, della memoria e del ragionamento logico; a seconda dei casi, può avere un focus specifico su alcune competenze scolastiche di base (lettura, scrittura, calcolo).

  • Percorsi di potenziamento di specifiche aree di apprendimento: l’intervento è personalizzato in base alle esigenze specifiche dello studente e possono essere strutturati per intervenire su dimensioni come la lettura, la comprensione del testo scritto, la produzione del testo, il calcolo, le lingue straniere.

  • Percorso di supporto per l’uso di strumenti compensativi: intervento finalizzato a favorire un utilizzo strategico e funzionale degli strumenti compensativi, sia nel contesto scolastico che nel lavoro domestico.

  • Percorsi di potenziamento dei pre-requisiti dell’apprendimento in età prescolare: pensati per i più piccini, hanno una funzione preventiva rispetto allo sviluppo di possibili difficoltà scolastiche. L’intervento, in gran parte basato sul gioco, si propone di supportare lo sviluppo delle competenze visuo-spaziali e attentive, delle abilità logiche e numeriche e delle capacità connesse alla motricità fine e al gesto grafico.

  • SUPPORTO PSICOLOGICO.

Spesso le difficoltà scolastiche creano molto disagio al bambino, che può sentirsi diverso e spesso incompreso. Soprattutto se non precocemente diagnosticato, un DSA può far sì che il bambino venga “accusato” di non impegnarsi abbastanza, o può convincersi di non riuscire nonostante il suo ripetuto impegno, sentendosi di conseguenza impotente di fronte alle difficoltà. Un percorso di sostegno psicologico può accompagnare il bambino o il ragazzo a riacquistare fiducia nelle proprie risorse, incrementando la sua motivazione allo studio e il suo benessere emotivo.

  • PARENT TRAINING E TEACHER TRAINING.

Percorsi di consulenza per genitori e insegnanti possono aiutare ad avere una visione più chiara delle difficoltà del bambino o ragazzo e ad acquisire strumenti specifici per supportarlo nelle attività scolastiche.

DIFFICOLTÀ EMOTIVE E COMPORTAMENTALI

Le difficoltà a verbalizzare i propri bisogni e a comprendere il proprio mondo emotivo può far sì che spesso i bambini manifestino il disagio attraverso un comportamento disfunzionale (rabbia o isolamento) e/o frequenti sintomi somatici. Spesso può essere difficile distinguere i segnali di un disturbo emotivo-comportamentale da un passeggero momento di disagio. Il capriccio o il contrasto con l’adulto sono infatti episodi normali nella crescita di un bambino e un semplice episodio non è di per sé un chiaro segnale di disagio. In questi casi lo specialista può far luce sulla durata e l’intensità della problematica e aiutare il bimbo e la sua famiglia a riprendere al meglio il percorso di sviluppo.

Lo studio propone:

  • PSICODIAGNOSI

Attraverso il colloquio con i genitori, l’osservazione e l’interazione con il bambino e l’utilizzo di specifici strumenti di valutazione è possibile individuare la presenza di alcuni disturbi dell’età evolutiva come disturbi d’ansia e fobie, disturbi dell’umore, disturbo oppositivo provocatorio e disturbo della condotta.



  • PRESA IN CARICO

A seconda delle difficoltà emerse e dell’età del bambino, la presa in carico può prevedere uno o entrambi i seguenti interventi:

  • Intervento individuale con il bambino

  • Sostegno alla genitorialità

Gli adulti da soli non capiscono niente, ed è stancante per i bambini dover sempre spiegare tutto” Il Piccolo Principe

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